Profumo
di fieno lasciato asciugare al sole.
di erba umida e incredibilmente verde.
di dolci appena sfornati.
della pelle senza profumi, semplicemente pelle.
dell'incavo fra collo e spalla della persona che ami.
dei libri, nuovi o antichi, delle librerie e delle biblioteche.
dei saloni antichi con il pavimento in pietra, sempre gelido anche d'estate.
delle scatole di té nelle teahouses, quando la signora le apre per farti annusare il contenuto.
di fard sugli zigomi.
di lenzuola appena cambiate.
martedì 12 aprile 2011
sabato 9 aprile 2011
Trentadue gradi.
Sole. Sole sulla pelle, finalmente.
Ho tanta voglia, e bisogno, di averlo, di sentirlo anche dentro questo caldo.
Sono giorni di rabbia, di delusioni, di discussioni e di lacrime.
Per certi versi.
Per altri, sono giorni di risate, di chiacchierate, di canzoni cantate a squarciagola con i finestrini della macchina abbassati e l'aria fra i capelli, di progetti condivisi, di racconti scritti sul balcone, nel silenzio del tardo pomeriggio, con il pacchetto di Philip di fianco, sono giorni di persone che guardi e inizi a sentire un po' più vicine, inizi a sentire che per loro inizi a contare qualcosa, giorni di pedalate perdifiato per riacquistare una forma decente in vista dell'estate, di sessioni infinite di addominali e di scorpacciate di gelato che mai, mai, mi è sembrato buono come quest'anno, giorni di macchina fotografica fra le mani e voglia di sperimentare, d'inventare, di catturare un frammento di bellezza, di riscoprirmi capace di coglierla e valorizzarla.
Che voglia di vivere.
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