martedì 22 febbraio 2011

Istrici

Subsonica.
Ogni volta che passa in radio mi convinco sempre di più che l'abbiamo scritta per me.
Su di me.

Lampioni e portici
è andata così
Piccola istrice
Dagli occhi bui
 
Quel bacio alcolico
Rossetto è... guai
è stato facile
Non lo è stato mai

Chi ci ricorderà
Chi ti farà ridere
Per chi ti smarrirai
Chi urerà lo sguardo tuo
Chi lo far al porto mio
Io dove sarò...

Tra il fiume ai portici
Già buio alle sei
Cuore selvatico
Quanti anni hai
Non dirmni amore mai
Dai incantami...daiiii
E così facile non lo è stato Mai haaaahaaaaaa

Chi sa chi pungerai
Chi ti farà piangere
Chi ti addormenterà
Chi userà lo sguardi tuo
Chi lo farà al posto mio
Io dove sarò...

Nella città
Il cuore di un istrice
Ti cercherò
In un traffico d'anime qui

Chi ci ricorderà
Chi ti farà ridere
Per chi ti smarrirai
Chi userà lo sguardo tuo
Chi lo fa al posto mio
Io dove sarò... 



Oppure...
anzi, e allo stesso tempo.


E se la letteratura fosse una televisione in cui guardiamo per attivare i neuroni specchio e concederci a buon mercato i brividi dell'azione? E se, peggio ancora, la letteratura fosse una televisione che ci mostra tutte le occasioni perdute?

(ho scelto anche questa quote perchè la trovo molto in linea con un progetto cui partecipo, una certa Arabica Fenice...)


Il bello è ciò che cogliamo mentre sta passando. È l'effimera configurazione delle cose nel momento in cui ne vedi insieme la bellezza e la morte. Forse essere vivi è proprio questo: andare alla ricerca degli istanti che muoiono.


Su una cosa però siamo d'accordo: l'amore non deve essere un mezzo, l'amore deve essere un fine.  
 
 
 
Breve excursus sugli istrici che zampettano per le mie giornate in questo periodo.
Sto amando quella canzone, ho amato questo libro e continuo ad amarlo ogni volta che lo rileggo.
E voi, vi sentite più istrici o più ricci?

 
 

Nessun commento:

Posta un commento