mercoledì 26 ottobre 2011
Libreria-comodino. Andata e ritorno.
La mia scrivania è un accumularsi di cose. Un accumularsi e un cumulo, dato che rimane giusto un rettangolo libero per il pc, il resto è tutto ricoperto da libri foglio quaderni penne astucci foto appunti agende cd caricabatterie occhiali and so on.
Il lato sinistro, però, è stato adibito da tempo a comodino (e a testata del letto, da quando una mattina mi sono svegliata e ho cambiato l'ordine dei mobili nella mia stanza, così, perché mi ero stancata di dormire sempre accanto allo stesso muro).
Comodino che si compone di: bottiglietta dell'acqua, crema idratante (in caso di nervosismo mi torturo le mani, cerco di limitare i danni con una spalmata di crema...), penna + quaderno, iPod, matita e... libri.
I libri che tengo sulla mia "comovania" (o scrivadino? A voi la scelta, a me sembrano entrambi orrendi! ;) sono più che altro "punti fissi", libri con un particolare significato per me, stelle polari che guardo prima di andare a dormire, per capire un po' dove mi trovo, o per accorgermi che sì, questa volta mi sono proprio persa.
Stamattina ho fatto il "giro": ho rimesso in libreria quelli che ormai se ne stavano appostati lì da troppo tempo, e ne ho messi altri.
Sono tornati in libreria:
-Les fleurs du Mal, Monsieur Charles Baudelaire: come tutti gli amori troppo intensi, dopo un po' bisogna prenderne le distanze, sebbene la sua mancanza faccia un male assurdo
-Estasi culinarie, Muriel Barbery: appena riletto per la terza volta, ma ora basta spuntini notturni...
-Leopardi, Pietro Citati: io amo Leopardi. E amo coloro che sfatano i troppi e superficiali luoghi comuni che vorticano attorno a quest'uomo, immenso, superbo, dalla sconfinata cultura, poeta e poetico, amante poco amato.
-L'insostenibile leggerezza dell'Essere, Milan Kundera: questo libro è me stessa. Ogni volta che lo apro è come se lo leggessi con il mio cuore serrato nel pugno, a un passo dall'essere stritolato. Ormai è rovinatissimo, consunto, pieno zeppo di sottolineature, appunti, rimandi, segnalibri. Dopo l'ennesima rilettura, lo lascio riposare un po'.
-L'Ombra del Vento, Carlos Ruiz Zafòn: devo finirlo. Ne ho letta qualche pagina, ma... niente colpo di fulmine. E quando non scatta con un libro... è esattamente come quando non scatta con una persona
-Il cavaliere inesistente, Italo Calvino: allontano Agilulfo per allontanare i ricordi che scatena; i ricordi, quando incontrollabili e feriti, sono quanto di più pericoloso possa attraversare un cuore umano.
-Pandora, Anne Rice: la Rice è La Scrittrice, in quanto a vampiri (secondo me, ovviamente). E Pandora mi assomiglia terribilmente... sì, lo so, non è il massimo assomigliare a un vampiro.
Dormiranno accanto a me:
-Teoria degli Infiniti, John Banville: iniziato qualche tempo fa, ora mi decido a finirlo. Mi intriga, ed è davvero scritto benissimo. E poi, mi piace la copertina.
-La parola immaginata, Annamaria Testa: appena iniziato. Interessante, intelligente, imprescindibile per chiunque fare il pubblicitario, o semplicemente capire i meccanismi della comunicazione e del marketing.
-Le perfezioni provvisorie, Gianrico Carofiglio: colpo di fulmine con la sensazione che mi ha dato tenere questo libro fra le mani: un formato diverso dai soliti, un cartoncino blu (colore che adoro) dalla consistenza piacevolmente ruvida, pagine non troppo leggere. Scoprire che anche la trama, poi, non era male, mi ha convinta.
-Romanzi, Hermann Hesse: devo aggiungere qualcosa?
Quanto possa essere di vostro interesse questo post non lo so, ma stamattina avevo voglia di scrivere al pc, qualcosa che non fosse il solito racconto abbandonato a metà perché non so scrivere nulla che non sia già stato scritto.
Buona giornata a tutti, io inizio a studiare. Ars Amatoria, evvai!
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