martedì 13 dicembre 2011

Fare dell'Abisso profondità


Arriva sempre il momento in cui le acque si placano. Il mare torna una calma distesa d'acqua blu e tu, finalmente, riesci a contemplarlo. 
C'è sempre il momento in cui sembra che il meccanismo che regola i flutti della tua mente ritorni a funzionare correttamente. Allora l'orologio si sblocca, le lancette riprendono il loro corso, il ticchettio ricompare, a scandire i pensieri. 
Come quando il cielo si schiarisce, quando una dopo l'altra ogni nuvola viene portata via, si dissolve, e lascia l'azzurro, terso e luminoso. 
Non so, in realtà, quanto ci sia di luminoso, nel mare che ora riesco a guardare. Avverto però la lucidità di pensiero, la libertà di riflettere su qualcosa senza che il dolore mi spezzi il fiato. 
Sei lì, sei il mare che guardo dalla mia barca. Non ti voglio cancellare, voglio, anzi, ricordarti, averti ben impresso nella mia testa, come tutto ciò che è stato importante nella mia vita.
Non si getta via il dolore. Non è qualcosa del quale ci si deve disfare, come un sacco della spazzatura pieno di rifiuti. 
Dal dolore, mio e altrui, ho sempre imparato molto. 
Fare dell'Abisso profondità. 
Ho scritto questa frase sorridendo, nonostante l'abbia detta a te, di fronte a un gelato affogato nel caffè, qualche mese fa.
Ecco, questo è contemplare il mare dopo una tempesta. 
Le cose ricominciano ad avere un Senso. Non c'è bisogno che io scriva qui cosa penso di te, di quello che è stato, di come mi hai trattata. Ho la consapevolezza di come e perché io ho agito, il resto è solo mare, rimane lì, io non ci posso fare nulla, analizzare ogni singolo aspetto non gli darà più significato di quello che ha.


Si parla di Capodanno. Capodanno. 
Sfoglio l'album fotografico che ho nella mente e ricordo.
Persone, musica, alcol, luci, auguri, blackout, pavimenti, bagni, sbronze inenarrabili, sogni maldestri, speranze, paure, baci famelici, labbra, lacrime, racconti di vita, neve, lenticchie... potrei continuare per pagine. Potrei scrivere di più, raccontare con maggior precisione... ma non so nemmeno io cosa voglio, posso, dire, pensare, fare, scrivere. 

In teoria tutto. In pratica no. 
Mediare fra Istinto e Ragione. Ragionevolezza, direi. 
Quest'anno è stato intenso. A dir poco. Sono cambiate talmente tante cose... io sono cambiata così tanto. Poi sono sempre la solita che si perde in un bicchier d'acqua, ma è come se, davvero, il mare attorno a me avesse orizzonti un po' più lontani, come se avessi più acqua e più onde da osservare.
Forse che sono cresciuta? Relativamente, dai, concediamoci una crescita relativa. 


Vabbé, insomma, sto pensando a te, ok, lo ammetto. 
Ci sto girando intorno dall'inizio del post, da circa cinque documenti salvati nel pc, da sei pagine di un quaderno, da giorni. 
Ragionevolezza, Agnese, fai la brava. 

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