domenica 25 dicembre 2011

Keep it alive.

L'alba, questo Natale, era celeste, sfumata di rosa. Fuori c'è il sole. E anche dentro, un po'.

Non so se tu leggi qui. Non lo so. La possibilità di sì, però, mi frena dal trascrivere tutte le pagine di quel quaderno che sto riempiendo, scrivendo di te, e di noi. 

E desidero che tu non fraintenda: il destinatario di questo generico "tu" con il quale converso, sei proprio tu, nessun altro. 
Forse è l'inverno. Forse è Natale. Forse è la voglia maledetta che ho di toccarti, di nuovo. 


Sono cauta. Per la prima volta, forse, sono cauta. Ho paura di perderti. Tanta. 
Ora che ci sei di nuovo, non posso non pensare a come mi mancavi. 
In realtà, mi manchi ancora. Un po', per qualche particolare. Labbra che si baciano e pelle sulla pelle. 
Forse era solo il momento ad essere sbagliato, come cantano i Dire Straits. 
O forse no. 
Non mi posso permettere un "forse no". Non con te. Non posso permettermi di perderti. 


Vorrei un primo bacio da sobria. 
Vorrei un primo bacio folle di emozioni, e non di insensatezza. 
Vorrei un nuovo primo bacio. 


Sorrido amara rileggendo quello che ho scritto. 
E' quasi banale, tanto è limpido e chiaro il mio bisogno di essere amata. 
Non ho più voglia di freddo, semplicemente. 
Non ho più voglia di essere nomade. 
Non ho più voglia di scappare. 


Vorrei la libertà necessaria per appartenere a qualcuno.


Che ne sarà di noi? Non lo so, non lo so davvero. 
-Sei un salto nel vuoto. 
Davvero, lo sono? Anche tu mi vedi così? 
Un salto nel vuoto. 
- Cosa c'è?
- Il mio istinto di sopravvivenza mi sta urlando di scappare. 
E' vero, non ti posso assicurare nulla. 
E lo sai anche tu, cazzo, mi conosci.
Mi hai vista devastata e fragile, sul fondo dell'Abisso, sai come sono, cosa sono, dietro la maschera. 

Vorrei, vorrei davvero, e tanto, poterti dire: "Fidati di me". 


Forse è ancora troppo presto, per l'amore. 


Ecco, bene, finisco sempre qui, a desiderare di arrivare perfettamente preparata alla prova con la vita.
"E' la prima volta che vivo." (L'insostenibile leggerezza dell'Essere, Kundera, letto quattro volte, due copie, una delle quali ospite fissa della mia auto.)


Viviamo impreparati. 
E per quanto le mie manie di controllo trovino questo insopportabile, penso sia l'unico modo possibile per vivere. 


Logorio mentale. Detesto questa mia leggera inclinazione a tentare di razionalizzare ogni singola emozione, pensiero, idea, sogno. 
La detesto profondamente. 


Chiudo qui, vado a farmi una doccia, scegliere i vestiti, truccarmi e prepararmi per questo Venticinque. 
Quanta voglia. 


Ok, chiudo davvero, mi è balenata per la mente la sensazione di un tuo abbraccio. 
Cerco di lasciarla così, confusa e confortante. 
Pensiero, spegniti.

Btw, buon Natale a tutti. Vi auguro, semplicemente e assolutamente, un Natale che sia davvero Natale.
Per quanto bella, la citazione da Bukowski sul Natale a luci spente e persone accese è diventata un po' troppo di dominio pubblico, quindi ve la risparmio, sicura che la conosciate già e sperando che la smettano di sbatterla dovunque, a Charlie questo inflazionismo avrebbe fatto schifo. 

Buona giornata, a tutti. 


1 commento:

  1. Un bacio natalizio per te... Ps: Se ami Kundera dovresti trascorrere queste vacanze a Praga... Io ci andrò i primi giorni di gennaio. Ci vediamo lì. ;)

    RispondiElimina