lunedì 2 gennaio 2012

Non scelgo titoli prima di scrivere una storia


Sono qui, con il niente in mano che rimane in certe sere.
Ho voglia di scriverti una lettera, ho voglia di scriverti.


No, non ho voglia di scriverti, dannazione. 
Ho voglia di trovarti. E afferrarti. E guardarti negli occhi. 
Ho una voglia maledetta di sentirti. Di sentire. Di nuovo. 
Ho voglia di essere folle e assurda, come sono, ma con te. 
Ho voglia di poesia e di arte, di bellezza tanto intensa da far male, ti trascorrere ore in libreria con te, di fartela vivere, come la vivo io.
Ho voglia che mi lasci senza parole.
Ho voglia di salutarti con un bacio sulle labbra, quando ti alzi per andartene. 
Sii folle, ti prego. Sii folle e fammi sentire viva. 
Sono qui. Sono qui. Sono... qui.
Mi sono persa troppe volte per accontentarmi di emozioni comuni. (ammesso che esistano)
Sono andata troppo a fondo per trovare qualcosa di significativo in superficie. 
I limiti si spostano.
Dammi la mano, andiamo ad assaggiare la vertigine. 
A giocare con l'adrenalina. 
A toccare i vuoti nello stomaco. 
A contare le stelle. 
A bruciare per illuminare. 


E' vita, cosa ci vuoi fare.
Sono viva, cosa ci posso fare. 
Non ce le hanno insegnate, le mezze misure. 
Non sono capace di galleggiare. 
Nella razionalità soffoco. Nella ragionevolezza implodo. Nell'ordine agonizzo. 


Vieni a vivere come me?

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