domenica 20 novembre 2011

Sunday bloody Sunday


Non ne ho voglia. 
Non ho voglia di tutta questa felicità sfacciata e inconsistente da "Questa volta è diverso, abbiamo sistemato le cose, andrà bene".
Non ho voglia di sentire lui fare le valigie alla cazzo all'una di notte, per tornarsene a Milano. 
Non ho voglia nemmeno di farvi credere che sia contenta. Siamo alla terza volta, o sbaglio? In un anno. Scusate se non stappo lo champagne e se non mi entusiasmo per i vostri programmi di vacanze natalizie tutti insieme... Vostri programmi, vostri. 
Non ho voglia di te che ti senti in competizione con me. Ho la metà dei tuoi anni, cazzo, e non me ne frega proprio una mazza di prendere il tuo posto. 
Non ho voglia di compilare la lista della spesa e segnare gli ennesimi biscotti. Non ho voglia di dispense riempite e riempite senza che nessuno si chieda mai come cazzo facciano a sparire i pacchi di biscotti.
Non ho voglia di tu che ti svegli e accendi la tv, al tuo volume assurdo, la mattina. Odio profondo.
Non ho voglia che mi si dica "Basta che non lasci tracce, come al solito.". 
Non ho voglia di guardarmi allo specchio e pensare se sono ingrassata o meno, provare disgusto e sentirmi uno schifo perché non ci sono più spigoli. Non ho voglia di cercare le ossa con le mani la mattina quando mi sveglio o la sera quando mi sto per addormentare. 
Non ho voglia di arrivare al lunedì più stanca di come sono arrivata al venerdì. 
Non ho voglia di bruciare benzina solo per stare in giro. 
Non ho voglia di cucinare cose delle quali conosco già la fine. 


Che due coglioni. 


Ieri ci ho provato. A stare bene, intendo. Ci ho provato davvero. 


Stare con te così, con quella naturalezza. 
Mi mancavi. Tanto. Davvero. 
Al di là di tutte le complicazioni del nostro rapporto. Di tutti i modi con i quali mi sono impegnata a rovinare tutto. 
Non ho voglia di piantare i paletti di un recinto in cui pascolare. Posso stare con un amico, senza pensare ai "ma" e ai "perché"?
Avrei voluto ringraziarti per avermi cercata, giovedì. Poi mi è sembrato stupido e ho preferito dire cose molto più stupide, così, per non correre il rischio di togliere un po' della nebbia che mi aleggia attorno.
Sono stata bene, e spero che lo stesso sia valso per te. 


Lavorare a Maaf mi lascia sempre la sensazione bellissima di star costruendo qualcosa. 
Non so quale strano meccanismo psico-distruttivo si fosse attivato nella mia mente quando ho pensato che avrei potuto rischiare di perdere tutto questo, compresa Arabica. 
Avevo davvero perso il contatto con la Realtà. 


Ieri non trovare il mio nome fra quelle pagine è stata una pugnalata. Non so cosa mi aspettassi, è naturale che le cose stiano a questo punto, ora. 
Però... ha fatto freddo. E non perché non ci fosse qualcosa scritto da me.
Avere la sensazione di non c'entrare più. 
Addio.
Lasciaci in pace.
Non dovevo fare quello che ho fatto, lo so. 
Ma io voglio c'entrare ancora. 
Perché ci tengo. 


[e mi fa terribilmente incazzare questa mia incapacità di trasmettere i sentimenti, come se non riuscissi mai ad allungare la mano e toccare davvero le cose, eppure, sono lì, basterebbe distendere un braccio... che frustrazione.] 


Quando arriva il pacco di Arabiche appena stampate è sempre meraviglia e orgoglio, orgoglio perché so dare un volto a quei nomi, una voce a quelle parole, un gesto a quelle immagini. 
Vorrei c'entrare ancora e di più, con tutto questo. 


Chiedo troppo?


Oggi ci riprovo?
C'è meno sole di ieri, e non so perché. 
Domani Milano, respiro già un po' meglio solo all'idea. 


Apro la finestra e faccio entrare un po' d'aria. 
Mi piace, entrare in camera e sentire quei cinque gradi in meno, e quell'aria fresca che sa di aria, nient'altro che aria. 
Se riuscissi anche a ricordarmi dove ho lasciato il quaderno con gli appunti...





I believe in the sun
though it is late in rising.


I believe in love
though it is absent.


I believe in God
though He is silent.


[Anonymous holocaust survivor - Cologne, Germany]

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